Sale sullo stesso treno una Latifa.
Dentro una plastica con forma di
bagaglio i suoi averi e qualche seme vivo
per il suo futuro.
Insieme a lei due giovsni connessi
parlano in inglese e prendono contatti
magari con coloro che saranno
la loro prima base.
Sono VISIBILI per il bagaglio grande
sono PERCEPITI per i battiti del cuore
che rimbombano costanti
ora che attraversano la nostra jungla
di ricchi un po’ allarmati.
Che strano…
ora, sul mio rettangolo parlante
appare il viso noto di un versificatore taciturno
ma dalla lingua gentiltagliente.
Pare sul punto di poter uscire
dalla sua gabbia con tante spime
quella che proprio lui ha costruito
mettendo tanti rovi insieme a belle rose.
E proprio vero che in fondo siamo uguali:
anche chi molto ha può perdere il suo nido
giocando un po’ d’ azzardo, nutrendo il proprio ego.
Sospiro a lungo vedendo lo scenario
e penso al mio rifugio con piume d’ occasione.
Esse sapranno bene accarezzare nel senso
del mio cuore e poi terranno al caldo ciò
di cui ho bisogno e che richiede anche
la mia costante protezione.