
Uscire piano
dagli stretti blocchi del quotidiano
chiudere gli occhi
e andare poi lontano
Muovere il corpo
come se fosse velo leggero
sul quale soffia delicato il vento
Sentire dolce
la musica di fondo
e ruotare con il corpo
su in ideale asse del mondo
Sciogliere amarezze
e interne frustrazioni
vissute nei giorni senza amore
udire i flauti dell’ intima armonia
muover le mani
onde visibili e forse dune del deserto
o danza di flessuosi rami
tremanti al volo di un uccello
Un flauto bansuri e una tabla indiana
rimandano a suoni e incensi
di un mondo per noi troppo lontano
con gli occhi ancora chiusi
ondeggio con il corpo
glissando sull’acqua del mio mare
vela ormai libera e pronta per vagare
sintesi visibile dell’ infinito
misterioso in movimento